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Siamo di nuovo in quel periodo: “cosa facciamo a Capodanno?”. Fortunatamente lo scorso anno avevo una risposta più pronta rispetto a quest’anno: abbiamo preso la macchina e siamo andati a Bologna. Abbiamo assistito per la prima volta al falò del vecchione.
Bologna ci ha accolto sorprendendoci, e questo ve l’ho già raccontato quando vi ho parlato di tutti i miei viaggi del 2019. E’ stato un Capodanno veloce – è durato davvero il soffio di un weekend – ma paradossalmente sorprendentemente lento. Con lunghe vasche in Via Indipendenza, pranzi in trattorie che sembravano non finire mai e passeggiate lungo i principali punti di interesse.
Certo, noi siamo partiti totalmente sprovveduti: pensavamo di trascorrere il solito Capodanno in piazza, un brindisi e qualche concerto probabilmente. Se però volete sapere cosa aspettarvi realmente dal trascorrere il Capodanno in Piazza Maggiore a Bologna, continuate a leggere.
Capodanno a Bologna: il falò del vecchione
Piazza Maggiore
Innanzitutto, mai dare per scontato nulla: Capodanno in piazza si, ma quale piazza? Diciamo che per quante magnifiche piazze abbia la bella Bologna, noi non avevamo dubbi anche senza saperlo di dove si sarebbe svolta la festa. Verso le undici di sera ci siamo diretti verso Piazza Maggiore, dove già dal pomeriggio a zonzo ci eravamo accorti dalla quantità di operatori addetti al montaggio del palco che qualcosa era in programma proprio lì.
Come fare per accedere in Piazza Maggiore a Capodanno
Non appena ci siamo avvicinati alla piazza, ci siamo resi conto di piccoli capannelli di gente in alcuni punti. Rigorosamente in fila e circondati da carabinieri. Noi – e per fortuna solo noi – avevamo sottovalutato le nuove normative e conseguenti restrizioni per quanto riguarda la sicurezza in luoghi aperti e affollati. Quando siamo stati più vicini alle transenne che erano state posizionate, ci siamo accorti meglio di quello che sarebbe stato il meccanismo per accedere in Piazza Maggiore.
Per quanto semplice, la procedura si è rivelata efficace e soprattutto svelta. Noi come molti altri turisti eravamo molto spaventati dall’essere rallentati nell’avere la possibilità di accesso alla piazza. Soprattutto perchè mancava poco più di mezzora alla mezzanotte e certo non volevamo perderci lo spettacolo.
In parole povere: per accedere a Piazza Maggiore occorreva farsi prima perquisire, dopo di che veniva consegnato a ciascuno di noi un tagliando per aver possibilità di entrare nella piazza. Nel caso avessimo avuto necessità di uscire dalla piazza, avremmo dovuto riconsegnare il tagliando: facile a capirsi, i tagliandi erano contati. Una volta terminati, la gente per accedere avrebbe dovuto aspettare che qualcun’altro uscisse.
Non so se queste regole verranno applicate anche per il Capodanno 2020 a Bologna, ma nel 2019 questa è stata la procedura di accesso a Piazza Maggiore. Devo dire che ha funzionato egregiamente. Pochissima coda, controlli veloci e soprattutto la sensazione di essere davvero tutelati dalle forze dell’ordine. Non abbiate paura che i tagliandi finiscano, noi siamo arrivati relativamente tardi e non abbiamo avuto nessun tipo di problema.
Il falò del Vecchione
Già dal primo pomeriggio, quando tracollanti dopo l’incredibile mangiata alla Trattoria del Rosso – per inciso, super consigliata! – siamo passati per Piazza Maggiore, ci siamo accorti che lì, in un angolo, stava un’incredibile costruzione di legno, con una faccia non propriamente simpatica. Era davvero altissima e nonostante le proporzioni, curatissima nei dettagli. Nasone e occhiali contornavano la figura di quello che sembrava a tutti gli effetti una persona anziana. Famiglie e bambini stavano in contemplazione arrampicandosi sulle transenne che lo circondavano e commentavano ridendo. Ai piedi della statua stava scritto il nome di chi l’aveva creata. Ci venne fuori solo un complimenti, e siamo andati via.
Immaginate la sorpresa di tornare in Piazza Maggiore per festeggiare il Capodanno e trovarlo illuminato: non poteva passare certo inosservato. Ma ecco che arriva la mezzanotte: meno cinque meno quattro meno tre meno due meno uno.. “Marco ma che cos’è quest’odore?” “Credo stiano dando fuoco al vecchio“. Tra stupore e risate, subito smettiamo di parlare. Il Vecchione stava davvero prendendo fuoco davanti ai nostri occhi, lasciando tutti a bocca aperta, incantati, in una notte fredda di dicembre.
Marco dice che ho il vizio di dover a tutti i costi verificare su Wikipedia quello a cui assisto. La verità è che mi piace scavare i dettagli delle tradizioni, capire quello che non riesco a percepire solo vivendo il momento. Immaginate però il mio stupore quanto mi sono resa conto che tutto ciò cui avevamo assistito quella notte affonda le sue radici nella tradizione bolognese più profonda. Avevamo appena assistito al falò del vecchione.
La tradizione
Il falò del vecchione è infatti una tradizione che si ripete ogni anno a Bologna ma anche nei comuni limitrofi. In buona sostanza, si usa dare fuoco ad un fantoccio raffigurante appunto un vecchio – che si trasforma in una vecchia negli anni bisestili – per salutare il vecchio anno che se ne va. E’ un modo per dimenticare sventure che si sono consumate nell’anno che si sta concludendo e per segno di buon auspicio nell’anno che verrà.
La tradizione ha più di 90 anni: la prima accensione in Piazza Maggiore risale infatti al 1923. Quello che però ci ha sorpreso più di tutti è stata proprio quella targa posta ai piedi del fantoccio. Ogni anno il Comune di Bologna sostiene i piccoli bottegai e le associazioni del territorio per la sua costruzione, promuovendo il nome di chi ha contribuito.
E voi? Dove passerete il Capodanno 2020?
Ma che bella questa tradizione! Mi stai dando un'idea x capodanno! Devo ancora decidere dove andare!
Nel periodo in cui ho vissuto in Emilia, in molte piazze a Capodanno si "bruciava il vecchione". Mi è sembrato subito divertente far terminare così il vecchio anno con le sue brutture e le sue disgrazie, tipico degli emiliani!
Dev'essere bellissimo!! Io quest'anno il 31 lavoro e quindi non riuscirò a fare nulla, ma sarebbe un'esperienza che mi piacerebbe parecchio! Magari l'anno prossimo …
Che bella tradizione! Ricorda molto i riti pagani dei Celti che in questo periodo festeggiavano la luce (effettivamente le giornate iniziano ad allungarsi) con fuochi e falò. Chissà se la tradizione deriva anche da questi riti così antichi… In ogni caso il significato mi piace moltissimo! Buon anno!! 😀
Pensa che io, anche se vivo vicinissima a Bologna, non ho mai partecipato a questo evento di persona! A Capodanno sono sempre in giro, ma mi piace moltissimo questa tradizione di costruire e bruciare il Vecchione! 🙂
Dalle mie parti originarie (alto Veneto) si fa il falò per il 6 gennaio e si brucia la Stria che, in dialetto veneto, sarebbe la strega ma in realtà rappresenta tutto ciò che è vecchio. Uno spettacolo immenso, per me.
Ho letto con piacere questo tuo articolo perché…sono di Bologna! 🙂 Pensa che quest'anno io non c'ero perché mi trovavo in un'altra piazza, quella di Aosta…ma il Vecchione rimane sempre il Vecchione! 🙂
Quella di bruciare il fantoccio per bruciare il passato (bello o brutto che sia stato) e di aprirsi al vecchio è una tradizione molto antica, che risale alla notte dei tempi. La cosa bella dell'Italia è che ogni località ha un fantoccio diverso da bruciare. A bergamo ad esempio di Rasga la Vecia.
Autore
Grazie Raffi per le tue curiosità!
Ma che bella Bologna e soprattutto godereccia,mi hai dato un'idea per il prossimo capodanno!
Adoro Bologna perché è una città eclettica e anche per l'arte culinaria. Il "Falò del Vecchione" però mi mancava. Pendo dovrò rimediare a questa lacuna