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Il manuale delle Giovani Marmotte dei blogger di viaggio dice che prima di scriverne, di un viaggio, occorrerebbe far sedimentare sensazioni e soprattutto l’excitement che ne consegue. Io però non ne sono capace. Quindi, signori e signori, ecco perchè a neanche una settimana dal mio rientro, ho scelto di raccontarvi la mia Budapest. Se avete l’idea di trascorrere un weekend a Budapest in estate, ecco i consigli che ho raccolto per voi.

Weekend a Budapest in estate: i miei tre giorni alla scoperta della capitale ungherese
Prequel: Budapest era sulla bucket list da oramai troppo tempo; la classica meta lontana-ma-abbastanza-vicina che fino a che ci si riesce si fa scendere sempre in fondo alla lista. Sai quel nel cassettino dei poi ci vado e poi non ci si va mai. A gennaio però, stilando la lista dei buoni travel propositi ho deciso di metterla per prima: dopo New York, si intende. Primo step, come oramai dovreste aver imparato qui , Google Flights. Il mio indispensabile tool di viaggio non mi delude mai. Alla modica cifra di 40€ io e Claudia ci assicuriamo un volo andata e ritorno per la città.
Adesso che sono tornata posso dirlo. Trascorrere un weekend a Budapest in estate è stata una delle esperienze che ricordo con più gioia. Il caldo, la vicinanza al fiume. Budapest, con i tram bianchi e gialli che percorrono le rive del Danubio, un castello arroccato su una collina e un ascensore verticale per raggiungerlo. Troppe somiglianze con la mia Lisbona per non amarla.
Quello che però vorrei teneste a mente, più dei luoghi e più delle informazioni sparse che troverete è che Budapest è viva. Viva di quella voglia di cantare ad un concerto, uno dei mille che troverete sparsi in ogni parco pubblico. Densa di cuori che battono e pulsano intorno a un truck che sforna panini ad ogni ora del giorno e della notte. Viva che puoi essere libera di camminare sull’erba e cantare Maledetta Primavera in una strada deserta e non avere paura.
Se dovessi consigliarvi un periodo per un weekend a Budapest, è proprio l’estate. Il sole e il caldo vi permetteranno di girare la città senza dovervi limitare troppo.
Raggiungere il centro di Budapest dall’aeroporto nel weekend e Deák Ferenc tér
Arriviamo a Budapest in giornata, con un comodo volo cheap alle 8.10 del venerdì (shout out to Wizz Air – servizio impeccabile!). Dall’aeroporto potete comodamente dirigervi in città con il bus 200E per soli 900HUF – circa 2,80€.
Il bus vi mostrerà subito il volto più puro di Budapest: quello periferico. Inutile negarlo, l’indole sovietica nei grandi palazzoni abbandonati all’incuria del tempo ti si para davanti senza pietà. L’URSS ha terminato la sua corsa dissolvendosi solo trent’anni fa, e Budapest ne porta ancora le ferite.
La città si sviluppa intorno a Deák Ferenc tér, il centro delle passeggiate della domenica pomeriggio. E’ un punto strategico per cominciare a visitare Budapest. Crocevia di stazioni metropolitane e di capolinea di bus e tram, è da qui che si snoda la via centrale. Sempre qui troverete tutti i negozi delle marche più famose. La sera dopo avremmo scoperto essere il luogo preferito dai ragazzi anche per le avventure serali
Dopo un pranzo veloce in un instagrabilissimo cafè (Kuglof, non lasciatevelo scappare) iniziamo finalmente ad esplorare. Il nostro sesto senso ci porta subito verso il fiume: il passeggio lento dei turisti – tantissimi per essere venerdì – trasmette un senso di assoluta serenità. Dopo una breve visita e qualche scatto al Teatro dell’Opera, che sorge proprio davanti al Danubio, decidiamo in realtà di invertire la rotta. Andiamo alla scoperta del Quartiere Ebraico.
Il Quartiere Ebraico e i Ruins Bar
Il Quartiere Ebraico di Budapest trasuda di storia e cultura. Immediatamente ci rapisce il modo in cui si sia recuperata con estremo successo un’area altrimenti trasandata e lasciva. Le botteghe d’arte sono ovunque così come ovunque sono bar e locali. Durante questa passeggiata facciamo il nostro primo incontro con i ruins bar, vera e propria attrazione turistica che fortunatamente di turistico sembrano avere ben poco.
Letteralmente “bar in rovina”, questi locali sfruttano vecchie locations in palazzi e spazi in disuso, riallestiti secondo nuovi canoni. Al loro interno tavoli, esposizioni d’arte e un’atmosfera che con fatica potrei stare a spiegarvi. Potrete deliziare vini ungheresi, sedervi per un po’ e immergervi nella vita mondana ungherese. Per la sera successiva avremmo scelto il più famoso, il Szimpla Kert. Unica delusione del pomeriggio: non aver trovato aperta la grande Sinagoga, chiusa quel weekend in occasione di alcune feste ebraiche.
Il Castello di Buda e il Ponte delle Catene
Lasciato il Quartiere, decidiamo di tornare verso il Danubio e di attraversarlo in direzione Castello di Buda, dimora storica dei sovrani ungheresi. Per farlo, ci incamminiamo verso il Ponte delle Catene, il più noto ponte di Budapest, padrone indiscusso di qualsiasi scatto della città. Passeggiare sul ponte dona quell’immediata euforica sensazione di pieno potere sul panorama. Da qui puoi ammirare le attrazioni principali e sentirti parte della pittoresca cartolina in cui ti stai trovando.
Raggiunta finalmente Buda, e lasciata Pest, con il fantastico elevadores puoi raggiungere il Castello e godervi lo spettacolare panorama da quello che sempre in portoghese si chiama miradouro ma che in ungherese non lo so e in italiano credo si dica belvedere.
Tornando indietro verso Pest decidiamo di terminare la giornata con qualcosa da bere: è il momento dello spritz al Pontoon, con vista sul Danubio. Andiamo a stuzzicare qualcosa poco più in là a Szabadság tér, bellissimo parco cittadino, di fronte al quale si erge il Memoriale alle vittime dell’occupazione tedesca. C’è un festival, improvvisiamo un improbabile duetto con una cantante ungherese: è Summertime Sadness e noi siamo incredibilmente felici

L’Isola Margherita e la Fontana Musicale
Il secondo giorno dal nostro appartamento in Andrássy út ci dirigiamo verso l’Isola Margherita, vero e proprio polmone verde della città. L’accesso al parco è consentito tramite l’omonimo ponte. Mi sento di consigliarvi il noleggio di una bicicletta per apprezzare tutte le meraviglie nascoste di questo incredibile parco. Noi optiamo per il tandem perché siamo poco furbe, ma la decisione sta a voi.
L’Isola ospita la Fontana Musicale, che grazie alla nostra Lonely Planet scopriremo essere annoverata tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Sulle note dei più famosi compositori classici, guizzi d’acqua salteranno a ritmo, stordendovi e rapendovi. L’effetto che suscita sugli spettatori è immediato e straordinario: sarete totalmente ipnotizzati dall’atmosfera e farete fatica a distogliere lo sguardo. Dirigetevi poi verso il meraviglioso roseto del parco: le sue rose profumatissime vi catapulteranno immediatamente in un’altra dimensione dal vago sentore vittoriano.
La passeggiata nel parco dura più del previsto e data l’ora tarda decidiamo di dirigerci alla ricerca di un posto dove fare pranzo. Riattraversiamo tutta la città per ritornare in un altro parco che avevamo intravisto di sfuggita il giorno prima a Erzsebet Tér.
La Cattedrale di Santo Stefano
Ad Erzsebet Tér ci sorprende il Festival della Cultura Cinese che si sta svolgendo proprio in quel momento. Dopo averne approfittato e comprato dei ravioli al vapore, torniamo sui nostri passi. Neanche farlo a posta ci troviamo davanti alla Cattedrale di Santo Stefano, simbolo della città. Completamente rapite dalla sua imperiale stazza, ci concediamo un Frappuccino da Starbucks, proprio lì davanti. Commentiamo le cupole barocche con la bocca sporca di cioccolato e realizziamo di avere una vita bella e fortunata.
Perdiamo il senso del tempo. La cena tranquilla si trasforma in un ci siamo dimenticate di cenare e il drink tranquillo si trasforma in l’Ungheria è famosa per i suoi vini e per la Palinka. La Palinka è un liquore tipico ungherese, ma davvero molto forte. Se non amate il genere, vi conviene lasciar perdere. Per avventurarci nella nostra tipica serata ungherese scegliamo nuovamente il Szimpla Kert per un bicchiere di rosè.

I Bagni Gellert e la Statua della Libertà
Il terzo giorno inizia con molta più calma. Decidiamo di fare colazione al Cafè Brunch, ottima scelta per la varietà del menù proposto. A Claudia vanno le uova, io mi butto sul classico yogurt e granola.
Sapevamo da principio come avremmo concluso il nostro weekend: se c’è una cosa per cui Budapest è famosa è per i bagni termali. Tra le diverse proposte che ci erano state prospettate dalla nostra guida tascabile, decidiamo alla fine di recarci ai Bagni Gellert. Forse meno famosi dei Bagni Széchenyi, ma grondanti di storia e tradizione.
I Bagni Gellert si trovano dall’altra parte del Danubio, sotto la Cittadella. Con circa 19€ vi assicurate la vostra giornata in un centro termale. Di termale in realtà poco, è un luogo molto più somigliante alle nostre moderne SPA. Ha comunque alte mura decorate con mosaici dorati, e l’edificio storico ti catapulta in un’altra epoca. Poco zolfo, ma in compenso meravigliose piscine calde e fredde, un bagno turco e una sauna, dove mi addormento dolcemente.
Al tramonto decidiamo di scalare il parco della Cittadella per arrivare alla Statua della Libertà, il Monumento alla Liberazione. Celebra la liberazione della città dal nazismo, donando una vista sulla città unica. Dai Bagni raggiungerla non è stata una passeggiata. Il sentiero era molto ripido e il caldo ha fatto la sua parte. Sicuramente esiste una strada più accessibile, noi ovviamente non l’abbiamo trovata. La vista sulla città è impagabile, salutiamo Budapest con la luce del sole e con un velo di tristezza.
La sera decidiamo di mangiare nel bellissimo ristorantino messicano Tereza, ricavato al solito tra un palazzo abbandonato e l’altro. Soprattutto in estate, durante il vostro weekend a Budapest non perdetevi questa chicca. Mangiato benissimo e speso molto poco, considerando l’ambiente e l’ottimo polipo.
Piazza degli Eroi e il Castello Vajdahunyad
Decidiamo di passeggiare fino a Hősök tere, ovvero Piazza degli Eroi. Intorno ad un porticato di stile romano e due meravigliosi e imponenti musei sbucano le facce di tutti i leader ungheresi degni di nota. Le luci nel buio donano un’atmosfera suggestiva che non dovreste mancare. Decidiamo di inoltrarci dentro il parco alle spalle della piazza. Per quello che avremmo trovato lì dietro, semi nascosto, quella è l’essenza del viaggio.
Specchiato dentro il lago, ci si para davanti l’immenso Castello Vajdahunyad. Sembra di stare in una favola e non riusciamo a parlare per lo stupore dei suoi lineamenti. Le coppiette che si sussurrano parole romantiche sul praticello lì davanti. Qui si racchiude il motivo del mio unico ed inquieto andare. L’unica cosa che conta davvero e per cui dici “proprio per questo”: sorprendersi per le piccole cose. Scavare. Scoprire per puro caso. In estasi torniamo verso casa. Nessun modo migliore per concludere.
Questo è stato il mio itinerario durante il mio weekend a Budapest in estate, spero di avervi fatto innamorare come me di questo posto meraviglioso.
Budapest è molto più che il ponte delle catene e terme, e lo scopro solo grazie a te. Devo ammettere che non mi ero mai informata per bene o documentata abbastanza su questa città perché non avevo ancora programmato nulla ma adesso mi hai messo una gran voglia di esplorarla.
Budapest è una di quelle mete che ho nella mia lista dei desideri da tempo, ho anche dovuto cancellare all'ultimo una vacanza on the road in Ungheria qualche anno fa. Ma so che prima o poi, lo spero proprio, riuscirò anch'io a visitarla.
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Fino ad ora, posso dire che è stato il weekend improvvisato che mi è rimasto più nel cuore! Ci tornerei domani!